dal blog di Viviana Scarinci:
Holan Pasolini. L’ossimoro della finestra
Nessuno di noi vuole per altro nascondersi, o nascondere al lettore, che non solo la copertina di questo libro, ma il libro stesso – la sua esistenza, la sua comparsa in questa collana – è o può sembrare una sorta di ossimoro. Quando, nel 1975, compì settant’anni Holan, una rivista italiana (…) pubblicò, assieme a una sua breve poesia inedita (…) anche dei versi, pure inediti, di Pasolini, intitolati “Guardo la finestra chiusa della casa Holan”. E questi versi erano, anzi sono (anzi possono sembrare) un attacco a Holan, che Pasolini descrive come un eremita “divenuto venerabile” la cui privatezza è “vezzeggiata e protetta” dalle “migliori signore borghesi”, un vecchio malato le cui mani “non gli servono più se non a tremare” e che sorbisce “brodi e tè/ come un piccolo sublime porco ferito/ ingrugnato e affabile” un “poeta da teatro” che fa “il gesto di scrivere poesia anziché scrivere poesia” …
Nella decisione di pubblicare questo libro nei “Quaderni di Pier Paolo Pasolini” qualcuno potrebbe vedere, una volontà di paradosso, una bizzarra e un po’ sconsiderata provocazione. Come interpretare come giudicare altrimenti, la presenza di un poeta che Pasolini non amava, al quale Pasolini si rivolgeva con dura estraneità e quasi con ripugnanza, nella collana che porta il suo nome?
Si rassicuri il lettore: le cose non stanno così. Che Pasolini, lungi dal non amare la poesia di Holan, la apprezzasse grandemente e desiderasse conoscerla più di quanto la conosceva, lo prova in modo inequivocabile un articolo uscito il 14 aprile 1974 sul Corriere della Sera (…) : “Un’ombra che prese corpo , un “nome” che è diventato un fatto. Holan è entrato nel novero dei poeti letti”. Leggi il seguito di questo post »