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RIVISTA DI CULTURE DI FRONTIERA

Archive for the ‘LIBRI’ Category

Ad Istanbul, tra pubbliche intimità

Posted by Mauro Daltin su novembre 23, 2008

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Ad Istanbul, tra pubbliche intimità di Enrico Pietrangeli, Edizioni Il Foglio, 10,00 Euro

Recensione di Pier Luigi Coda

Nel periodare di Enrico Pietrangeli, ho ritrovato il “colloquial style” di Stephen Spender, un poeta che mi è caro fra tutti: quel lasciare sgocciolare sulla pagina le dolenti immagini dell’animo, quel certo soppesato disincanto che travalica la solidità strutturale della costruzione metrica per intingersi nel ritmo musicale che accompagna il formarsi del pensiero.
Ed ho ritrovato quell’ansia dell’andare che scuote il desiderio di appisolarsi nell’acquiescere della propria stupefatta indolenza, (“Che bello dormire/d’inedia morire/ e neppure mangiare,/soltanto sognare”), mentre, nel contempo, urge la frenesia di esplorare siti e lontananze che, inevitabilmente, riportano sempre e comunque a misurarsi col proprio io, a confrontarsi con il proprio turbolento (angosciato?) esistere “lungo quei viali,/onesti e sereni,/ di anonimi borghesi”.
Roma, Trieste, Buenos Aires dove vibrano le fisarmoniche, Istanbul: mete senza approdo, forse le visioni incantate che non esistono se non nell’assenza di un immaginario che non riesce ad offrire né requie né pacificazione perché ovunque c’è da far di conto con la propria lacerazione esistenziale; un profumo di donna, un deserto, una bottiglia di champagne per una notte di sesso, un gatto morto sopra il selciato che giace esentato alla vita. Leggi il seguito di questo post »

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Serbia Hardcore

Posted by paolo fichera su ottobre 29, 2008

Autore: Dušan Veličković
Titolo: Serbia Hardcore
Editore: Zandonai
Traduzione: Sergej Roić
Con una nota di: Nicole Janigro
Collana: i piccoli fuochi
Anno: 2008
Pg.:184
Isbn: 978-88-95538-17-4
Prezzo: €16.00

Dušan Veličković ha iniziato a scrivere queste pagine durante i bombardamenti Nato su Belgrado, pensando che un giorno sarebbero tornati utili per una rielaborazione più unitaria. Annota le voci e i racconti che ascolta e che vive per strada, tratteggia gli aneddoti, gli umori, le letture e i cambiamenti di abitudini imposti dai bombardamenti. Passate le bombe – ma come viene più volte ricordato, citando Faulkner, il passato non è mai passato – sono proprio la potenza e la concisione racchiusi in quei brevissimi schizzi a dare vita ad una sorprendente ipotesi di romanzo: un racconto in frantumi che ribalta la fragilità di una scrittura in pericolo in un punto di vista lucido ed essenziale e soprattutto vaccinato da una disiullusa ironia. L’edizione italiana si presenta arricchita rispetto all’originale, pubblicato a Belgrado nel 1999, e permette ai lettori italiani di ripercorrere gli ultimi nove anni della repubblica di Serbia fino al recente arresto di Radovan Karadžić.

Dusan Veličković, nato nel 1947 a Sabac, è uno dei più noti e stimati giornalisti serbi. È anche scrittore, film maker ed editore. Figura emblematica di intellettuale liberal, voce brillante e coraggiosa dell’intelligenzia democratica belgradese e vera e propria coscienza critica del proprio Paese, dal 1993 al 1997 è stato direttore del più importante settimanale di Belgrado, “NIN”. Leggi il seguito di questo post »

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Latitanze, di Mauro Daltin

Posted by Mauro Daltin su ottobre 25, 2008

LATITANZE
di Mauro Daltin
Prefazione di Pietro Spirito
Pagine 120 – ISBN 978-88-497-0566-9 – euro 10,00
Besa Editrice, www.besaeditrice.it

La distribuzione nazionale è affidata a PDE.

Il libro è acquistabile anche su: www.unilibro.it e fra poco su www.ibs.it

Latitanze è anche un blog: clicca qui.
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Queste storie percorrono una strada di meta-realismo, oltre la realtà, verso un territorio dove i gesti hanno una tonalità e un peso incomprensibile per la logica comune.
Elio Bartolini

C’è un’ansia di ricerca costante in questi racconti, vere e proprie ricognizioni ad ampio raggio nei territorio di un immaginario molto ricco […]. Una commistione di realismo e surrealismo, partendo da un approccio visivo per approdare a esiti più visionari…

Dalla prefazione di Pietro Spirito

“Un passo dietro l’altro in una cadenza ritmata, fatta di morbide ricadute sulla terra e di lievi voli in aria. Schiacciò con forza la testa del pagliaccio dalle calze blu che aveva in tasca. Uscì dal parco e proseguì lungo il fiume, oltre il ponte, oltre l’uomo con il berretto verde e la mezza sigaretta tra le labbra. A destra aveva l’acqua, a sinistra la terra scura. Davanti a lei solo ghiaia e foglie che si spezzavano sotto le scarpe”.

Dieci racconti, dieci storie costrette in spazi e tempi circoscritti, in eterne latitanze quotidiane sospese fra reale e surreale, fra manie e abitudini. Dieci fotografie minime catturate nel loro divenire senza, molto spesso, accennare a cause e conseguenze, a un prima o a un dopo. Il delitto, il sogno, la follia, l’assenza, il tempo sono le regioni in cui queste storie si addentrano. E la mappa che si ricava è fatta di racconti brevi, short stories, per lo più giocati in presa diretta, dove echeggia la lezione carveriana, un minimalismo teso all’analisi minuta del reale, perché è lì che si nasconde il significato delle cose.

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“Un tempo necessario” di Monique Pistolato

Posted by Mauro Daltin su febbraio 19, 2008

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Monique Pistolato, “Un tempo necessario”, Edizioni La Meridiana, 2007.
Recensione di Francesco Tomada

Ho conosciuto Monique Pistolato quasi due anni fa, ad un incontro per presentare “Un’altra stanza in laguna”, il suo precedente libro di racconti. Una donna minuta, dolce, timida, in apparenza mi verrebbe da dire inoffensiva; così ho pensato di lei e della sua scrittura nei primi momenti, se non fosse che quella scrittura non me la sono più tolta di dosso. È capacità di pochi quella di saper reclamare attenzione senza gridare, ma con il solo nudo peso delle parole, che diventano dolci o taglienti, che si aprono a squarci improvvisi di delicatezza o di asprezza. Davanti a questo si è impreparati e indifesi. Leggi il seguito di questo post »

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Il nuovo libro di Božidar Stanišić

Posted by Mauro Daltin su settembre 11, 2007

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Il cane alato dal 20 ottobre in libreria

Il libro raccoglie sette racconti dello scrittore bosniaco residente nel nostro Paese da alcuni an-ni. Seppure composte lungo un considerevole arco di tempo, tra il 1991 e il 2006, le storie che formano questa silloge si presentano al lettore con carattere di forte omogeneità.
Stanišić sembra declinare un’unica vicenda, profondamente vissuta, nelle differenti, specifiche angolazioni fornite di volta in volta da un personaggio, un’ambientazione, uno spunto narrativo. All’interno di uno scenario chiaramente connotato (le terre tra Italia e Penisola Balcanica) i protagonisti dei racconti si ritrovano, per scelta o per necessità, a mettere in discussione giudizi, valori, prospettive personali e familiari. In particolare, è il confronto con culture altre a sollecitare discussioni e ripensamenti, a generare crisi. Leggi il seguito di questo post »

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“Con il cuore nei giorni di Genova” di Davide Rossi

Posted by Mauro Daltin su settembre 5, 2007

Davide Rossi, Con il cuore nei giorni di Genova, Alea editore, Milano 2007

Recensione di Stefano Fregonese

Qui ci attendeva il treno e la scorta per il viaggio. Qui ricevemmo i primi colpi: e la cosa fu così nuova e insensata che non provammo dolore, nel corpo né nell’anima. Soltanto uno stupore profondo: come si può percuotere un uomo senza collera?
Primo Levi, Se questo è un uomo

La citazione non sembri sproporzionata. Lo stesso Levi condividerebbe l’allarme e l’angoscia a cui, con la sua vita e la sua opera, ci ha spronato e sempre ci sprona affinché manteniamo vigile attenzione al manifestarsi del pericolo. Il pericolo è la violenza inutile, non mentalizzata. L’aggressione che accade improvvisa e provoca, ancor prima del dolore, lo stupore.
Lo stupore pervade ogni riga della cronaca dei fatti di Genova che Davide Rossi decide di pubblicare oggi a sei anni di distanza. Sei anni dopo averli vissuti in prima persona, avendo evitato i colpi al corpo ma non quelli all’anima. Leggi il seguito di questo post »

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“Racconti dalla Bosnia” a cura di Giacomo Scotti

Posted by Mauro Daltin su giugno 27, 2007

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Nei “Racconti dalla Bosnia” scelti e tradotti da Giacomo Scotti la guida allo spirito di un popolo

di Marina Moretti

Un vero dono per i lettori italiani questa raccolta di racconti dalla Bosnia curata da Giacomo Scotti per la Diabasis Editrice. Testi di grande qualità, ma anche un’operazione letteraria che risponde alla sfida insita nello spostarsi continuo ad est dei confini, quella cioè di una nuova civiltà europea che riunisca alla comune matrice anche ciò che fino a ieri era definito l’Altra Europa.
Giacomo Scotti ha sempre creduto in questo ruolo alto della letteratura, nella sua capacità di farsi mediatrice di conoscenza tra i popoli, di avvicinare il reale con i mezzi dell’invenzione. Come dire la Storia attraverso le storie, a colori invece che col bianco e nero della storiografia. E dal suo privilegiato osservatorio di italiano d’Istria non si è mai sottratto all’impresa. Uomo–ponte tra le culture, in molte occasioni ha ribadito la sua personale condivisione delle idee di Fulvio Tomizza sui “confini intesi come cerniere e non come frontiere e sulla memoria come proiezione dal passato per un futuro migliore”. Leggi il seguito di questo post »

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Rivelazione e rivoluzione

Posted by Mauro Daltin su giugno 26, 2007

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RIVELAZIONE E RIVOLUZIONE. L’umorismo nell’utopia
Recensione al libro di Moni Ovadia, Lavoratori di tutto il mondo ridete, Einaudi, Torino 2007

di Laura Tussi

“Utopia” è il termine che sottende la negazione di un’ubilocazione, di un dove concreto nel crollo delle ideologie, in quanto in “nessun luogo” si è realizzato il vangelo di Marx nel corso della historia universale. Una fede profonda nell’ironia delle “storielle” che riecheggia con esilarante sagacia, in un tripudio umoristico declinato in frizzi, lazzi, motti e citazioni sul Regime. Le storielle ebraiche traggono origine dall’ermeneutica talmudica in una weltanschauung umanistica dove l’utopia smarrisce i propri sogni e le promesse tanto da non riconoscere le esacerbate finzioni delatorie del dispotismo di regime. Il significato dell’utopia è l’instaurazione di una società ideale di libertà, fratellanza, giustizia e uguaglianza. Leggi il seguito di questo post »

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Miodrag Pavlovic e Tiziana Cera Rosco

Posted by paolo fichera su giugno 20, 2007

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Recensione di
Tiziana Cera Rosco
su:
Miodrag Pavlovic
L’ultimo pranzo
Le Lettere, Firenze 2004

Dove c’è odio e la violenza è un’alba, e la morte segue e intaglia precisioni con la paura, e le pertiche di un dolore storico si ficcano nella colonna a colpi di secoli per raddrizzarci il futuro, e il futuro è solo uno strapiombo, un nido di preghiera in mano a noi stessi, lì c’è Dio se quello è un luogo di eventi ed essere vivi è prima di tutto un segno. Per certe esistenze , che siano uomini o popoli interi, è così: crescono con una ortodossia talmente selvatica, con una fedeltà feroce a questa natura e che scrivano o accudiscano la propria crescita anche con sospetto, noi sappiamo che queste creature sono una sorta di mercurio della Storia e dello Spirito.
Quando si legge Pavlovic, quando si apre L’ultimo pranzo ( Le Lettere, Firenze 2004), bisogna fare luogo, spazio, andare in quel tempo che ognuno porta sopra di sé, come fa la notte in noi (“qui è notte/non c’è nessuno/le ombre agiscono tutte/ secondo la loro natura”) quando si infila col suo liquido scuro da sotto le porte di pelle, col suo grande agguato temporale. Bisogna mettersi un fazzoletto bianco sulle ginocchia, appoggiarvi la freccia dei gomiti e sulle lamiere delle mani la fronte, trovando tra le proprie costole un inginocchiatoio per essere un unico sangue mistico che arrossa gli occhi, una sorta di irrinunciabile volontà a vedere.
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“Il resto è silenzio” di Chiara Ingrao

Posted by Mauro Daltin su giugno 13, 2007

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Recensione tratta dal sito Osservatorio sui Balcani

Ma perché te la sei presa in casa? Nei giorni della guerra in Libano, Sara, interprete solitaria e introversa, sente per caso queste parole su un autobus e viene aggredita dai ricordi: di quando, nei mesi difficili dopo l’abbandono del marito, viveva con lei Musnida, una collega fuggita da Sarajevo. Ma perché te la sei presa in casa? le ripeteva continuamente sua sorella, allora.
Anche Musnida, aveva una sorella. Come quella di Sara, era una sorella affascinante, molto più bella e più forte di lei. Un’eroina, uccisa mentre tentava di recuperare il corpo di uno dei fratelli, morti combattendo su fronti opposti. L’Antigone di Sarajevo, avevano scritto di lei i giornali, gonfi di retorica. Musnida, invece, era un soggetto imbarazzante: una sorella opaca, come la Ismene di Sofocle. Leggi il seguito di questo post »

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“Mondo ex” di Predrag Matvejevic

Posted by Mauro Daltin su Maggio 17, 2007

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Mondo ex di Predrag Matvejevic
Recensione apparsa sul sito internet Osservatorio sui Balcani – 09.01.2007

Pubblicata una nuova edizione del celebre “Mondo ex”, di Predrag Matvejevic, uscito nel 1992. La versione rivisitata e aggiornata è arricchita dalla prefazione di Rossana Rossanda e dalla postfazione di Claudio Magris. Riceviamo e volentieri pubblichiamo una recensione

di Ninni Radicini*

I Balcani sono un’area dell’Europa in cui da sempre la “geografia non coincide con la Storia”. Terra di interposizione tra Occidente e Oriente, in politica, religione, cultura, arte. Era qui che l’impero romano d’occidente lasciava la sovranità a quello d’oriente. In “Mondo ex” Predrag Matvejevic ripercorrere quindici anni di dissolvimento di un paese nato mettendo insieme popoli e territori. In epoca di vorticosità dell’informazione e di parallelo degrado della capacità di non dimenticare, nomi quali Sarajevo, Vukovar, Srebrenica, Krajina, cominciano a sfocarsi nella memoria collettiva. Leggi il seguito di questo post »

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“Guerra” di Franco Buffoni – recensione di Vincenzo Della Mea

Posted by Mauro Daltin su Maggio 11, 2007

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Guerra

di Franco Buffoni
(Lo specchio Mondadori)

Recensione di Vincenzo Della Mea (PaginaZero n°9)

Negli ultimi anni, l’Italia (accondiscendente o no) è stata coinvolta in più di una guerra. Ciò è accaduto nella condizione fortunata ma moralmente ambigua data dall’avere il conflitto non in casa ma altrove, in paesi geograficamente o mentalmente lontani.
In questi anni Franco Buffoni ha composto le 14 sezioni di Guerra, che costituiscono un corpus di poesie esplicitamente civili non facile da trovare nella poesia contemporanea. La raccolta prende origine dal diario del padre dell’autore, redatto mentre era internato in campo di concentramento per avere rifiutato di aderire alla RSI. È questo il germe da cui nasce un vasto catalogo degli orrori e delle stupidità della guerra, in tutte le sue forme ed in ogni epoca, tracciato con un linguaggio asciutto che evita tentazioni retoriche. Leggi il seguito di questo post »

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Intersezioni babeliche. Lingue dominanti e lingue dominate nella letteratura del 900

Posted by Mauro Daltin su aprile 23, 2007

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E’ uscito il libro Intersezioni babeliche. Lingue dominanti e lingue dominate nella letteratura del ‘900, edizioni Kappa Vu. Il libro lo potete trovare qua.

di Leo Zanier, Bozidar Stanisic, Angelo Floramo, Manuela Bisconcin, Alessandra Kersevan, Mauro Daltin, Melita Richter

Intersezioni babeliche racconta i motivi per i quali molti importanti autori del nostro tempo sono stati costretti o hanno scelto di parlare e scrivere in più lingue. Dalle vite di questi autori emerge una ricchezza personale, affettiva e sociale che si riverbera attraverso le tante lingue della loro vita e della loro letteratura.
Il libro raccoglie i saggi di: Leo Zanier (su Agota Kristof), Bozidar Stanisic (su Ivo Andric), Angelo Floramo (su Boris Pahor), Manuela Bisconcin (su Andrea Camilleri), Akessandra Kersevan (su Pier Paolo Pasolini), Mauro Daltin (su George Orwell) e un forum a cura di Melita Richter con alcuni dei maggiori scrittori migranti del Centro-Est Europa (pezzo già pubblicato su PaginaZero-Letterature di frontiera).

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Poeti russi e il conflitto ceceno

Posted by pasha39 su aprile 9, 2007

(paolo galvagni)

Dal volume “Tra i ruderi di Groznyj”, Lecce, Manni, 2005

I Ceceni, stanziati nel Caucaso settentrionale, hanno una storia millenaria. Appartengono al gruppo “noqci – daghestano” della famiglia caucasica (sottogruppo vajnach). L’isolamento, a cui questo popolo è stato soggetto per le caratteristiche geografiche del territorio, ha determinato un’organizzazione sociale sostanzialmente immutata (società basata sul “teipe”, il clan) almeno sino alla fine del XIX secolo e un forte spirito di indipendenza, che ha dato molto filo da torcere alla Russia: l’impero zarista ha cominciato a combattere nel Caucaso sin dalla seconda metà del Settecento, ma è riuscito a sottomettere i ribelli ceceni solo nel 1859.
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“Lasciami così” di Giovanni Fierro

Posted by Mauro Daltin su marzo 20, 2007

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Recensione di Mauro Daltin
Lasciami così di Giovanni Fierro, Edizioni Sottomondo

Che cosa fa di una poesia una bella poesia? Di un libro di poesie, un bel libro? Credo sia difficile rispondere a domande di questo tipo, e credo che ogni giudizio debba partire dal testo, dai versi, dalle parole e che non ci siano delle regole oggettive e valide per tutti. Sono convinto che le coppie di sostantivi semplicità/profondità, parola/immagine, realtà/sogno, rabbia/rassegnazione siano la base caratterizzante di questa raccolta di poesie. Che è un bel libro, come non se ne trovano molti. Giovanni Fierro ha scritto poesie importanti, poesie che rimangono dopo aver chiuso le pagine, che si stringono al lettore come in un abbraccio, che lo invitano a una rilettura, a soffermarsi su alcuni versi, su singoli aggettivi e su alcune immagini.
Mario Benedetti, nella quarta di copertina, scrive che “le poesie di Fierro possiedono una gravità che attira, si fissano sulla pagina con fermezza, con una forza morale di raro spessore”. Il poeta scrive di sé, della propria infanzia, del presente, della ex-Jugoslavia nelle quattro sezioni in cui è suddivisa la raccolta. Scrive di sé (Ho un corpo/pelle ossa muscoli nervi sangue/ che un giorno mi abbandonerà/ sarà nel momento dell’errore/ di direzione, al bivio/ fra rabbia e stanchezza) con lucidità e rassegnazione, non facendo sconti, sapendo che un giorno ci sarà la lotta e il giorno dopo il riposo. Leggi il seguito di questo post »

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Gli abissi di Pietro Spirito

Posted by Mauro Daltin su marzo 19, 2007

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Un corpo sul fondo di Pietro Spirito, edizioni Guanda
Recensione di Mauro Daltin

Un corpo sul fondo (Guanda) del giornalista e scrittore triestino Pietro Spirito è una storia che guarda al passato con l’occhio del presente, presente che riesce a coprire un vuoto nella memoria e nella storia. La vicenda è quella del sommergibile italiano Medusa che nel gennaio del 1942 al largo delle coste di Pola, viene colpito da un siluro britannico. L’equipaggio si adagia sul fondo del mare, quattordici uomini sono intrappolati nella camera di lancio e per giorni vivono tra la vita e la morte, con l’ossigeno che scarseggia ogni minuto che passa e con la speranza che da lassù qualcuno li tiri fuori. Ma non succederà. Dopo sessant’anni, una storia simile si ripete, quella del sommergibile russo Kursk che dà il là alla riemersione di memorie e sensi di colpa di un anziano reduce che contatta un giornalista e comincia a raccontare la sua personale versione dei fatti, approssimativa e contaminata, ma che fa scattare la curiosità al giornalista. Ha inizio una ricerca su quello che è effettivamente accaduto in quel lontano 1942. Le storie si intrecciano, come pure i generi letterari che passano da narrativi a saggistici, da notizie storiche e tecniche a racconti quotidiani.
Il libro vive di questa ricerca che non avviene esclusivamente tra archivi, documenti o memorie, ma è un’analisi su più piani fra coscienza individuale e collettiva, senso di colpa personale e senso di colpa della Storia, volutamente ignara di aver sotterrato in fondo al mare 14 uomini. Leggi il seguito di questo post »

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Bon Voyage di Božidar Stanišić

Posted by Mauro Daltin su marzo 15, 2007

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Recensione di Maurizio Mattiuzza
Bon Voyage di Božidar Stanišić – Nuova Dimensione editore

Chissà quanti sono ancora i libri che hanno, come questo, oltre che una profondità impareggiabile anche il pregio, sempre più raro, di farci capire il nostro altrove
Che ci spingono ad arrovellarci, a cercare, tra le migliaia di frasi fatte che affollano il silenzio rumoroso dei nostri treni e delle vite che la ci raccontiamo, quell’unica parola che ha, da sola, l’ardire di dire e di sapersi vera.
Forse il titolo che ha scelto Božidar Stanišić per questa sua avventura narrativa aperta da una grande prefazione di Paolo Rumiz, è una speranza, un augurio o forse, anche e di più, un annuncio amaro. Un avviso riservato a chi ancora non ha inteso fino in fondo la direzione e il verso di quel binario che chiamiamo storia e ancora non realizza che è da quelli che oggi, come allora , sono dovuti e devono andare via, dai via(a)ndanti, che si impara sempre cosa vuol dire partire e anche, forse, soprattutto dover per forza stare.
Uomini e donne in cerca di una pausa dalla fuga che la penna lucida e concreta di questo ottimo autore coglie qui nell’atto di riavvolgere il filo che annoda le conseguenze dell’ inferno che ha dissolto la jugoslavia, alla necessità, impellente, di trovarsi a scavare per primi dentro le pieghe assonnate ed indifferenti di questo “male occidentale” che noi, sempre più straniti e consumati, sembriamo non vedere più… Leggi il seguito di questo post »

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