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RIVISTA DI CULTURE DI FRONTIERA

Archive for the ‘NEL VIAGGIO’ Category

Cosa ho messo nello zaino (2), di Enrico Brizzi

Posted by paolo fichera su novembre 4, 2008

Cosa ho messo nello zaino (2)
di Enrico Brizzi

Un’altra passione che coltivi è quella degli arrivi al mare. Solo il mare scuro che riempie la curva dell’orizzonte è in grado di fare da argine al metronomo della camminata intrapresa settimane addietro. Qui la strada finisce, e finisce sul serio. Va a morire in un viottolo che conduce a una spiaggia di sassi, fra l’odore di salmastro, e la macchia ai lati del viottolo la conosci da sempre. Sono foglie lucide di corbezzolo e gli aghi del pino strisciante, lo stesso profumo di resina che riempiva le prime ore del mattino, in estate, quando prendevate in affitto una casa in mezzo ai campi biondi di grano, lungo una strada che si chiamava via Fienilone, e per arrivare in spiaggia dovevate traversare l’ombra della pineta. Il treno è il mezzo con cui, di preferenza, ti rechi sul luogo delle operazioni. Una volta sceso sulla banchina scoperta di una minuscola stazione priva persino della biglietteria, il camminatore guarda allontanarsi lungo il binario l’espresso a tre vagoni che l’ha condotto fin lì. Come in sogno, sulla banchina non c’è nessuno a parte lui e il proprio zaino, e quando la coda del treno scompare lungo l’arco di curva del binario, il camminatore può anche lasciarsi sfuggire un sospiro. Non si lascia indietro niente, nel vero senso della parola. Allora può aggirare l’edificio in disuso della stazione priva persino di biglietteria e, spiegata la carta, provare a capire da dove cominciare. Così puoi spendere un paio di settimane a mettere insieme la squadra d’amici che s’alterneranno al tuo fianco, procurarti le mappe e disegnare un itinerario che, dalla costa maremmana, unisca tutti i sentieri a disposizione che portano verso l’Amiata. Leggi il seguito di questo post »

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Cosa ho messo nel mio zaino di Enrico Brizzi

Posted by paolo fichera su ottobre 21, 2008

Inauguriamo oggi una nuova sezione del blog: “NEL VIAGGIO”. Verranno raccolti pezzi che hanno come protagonista il viaggio affrontato a piedi, in treno, in bicicletta.
“Camminare significa aprirsi al mondo. L’atto del camminare riporta l’uomo alla coscienza felice della propria esistenza, immerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la piena partecipazione di tutti i sensi (…) Spesso camminare è un espediente per riprendere contatto con noi stessi!” (David Le Breton)

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La sezione, curata da Mauro Daltin, si apre con uno scritto di Enrico Brizzi.

“Ho incontrato qualche giorno fa Enrico Brizzi, mi ha raccontato di cammini, sud Italia a piedi, Gerusalemme, via Francigena… di luoghi attraversati solo a forza di piedi, gambe e testa, di pastori incontrati, di aie che nascondono mondi al loro interno… e di molto altro. Pubblico in questo non luogo, a puntate, questo suo pezzo che mi ha gentilmente concesso di inserire” (Mauro Daltin)

Cosa ho messo nel mio zaino
di Enrico Brizzi

Ti piace camminare? Non ci hai mai pensato sul serio. Ti piace scegliere un posto e andarci a piedi, questo sì. Ma se dovessi dire, in tutta sincerità, camminare è solo un accidente necessario: se vuoi muoverti in autonomia, è semplicemente l’unica cosa che puoi fare. Preparare lo zaino, impermeabilizzare la tenda e spegnere il cellulare. Ti piace andare libero, e il fatto di camminare lo accetti come una conseguenza naturale della tua decisione. Poi c’è il fatto che camminare è un’attività antichissima. A trent’anni – un’età in cui nessuno dovrebbe più nutrire fiducia nelle scienze esatte – devi ammettere con te stesso che ami sempre di più rifugiarti in attività antichissime. Camminare, scrivere, ma anche coltivare le amicizie, innamorarsi e diventare padre. In un certo senso, i doni migliori della tua vita erano già a disposizione per gli uomini di molti secoli fa. Leggi il seguito di questo post »

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