IL BUREK E LA LIBERTA’
di Angelo Floramo
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Quando Amir entrò dalla porta dell’aula venne presentato alla classe con la solita retorica buonista di cui sembra che ormai solo i presidi delle scuole siano capaci: “Ecco un nuovo compagno da accogliere, da capire, da aiutare. Un ragazzo più sfortunato di voi, che non conoscete la fame, la guerra, la paura e per questo più bisognoso del vostro, del nostro affetto”. Parole che si lasciavano cadere come la polvere di gesso dalla lavagna. Quaranta occhi anestetizzati dalla lezione di storia non sembravano volersi svegliare dal sonno della prima ora. Leggi il seguito di questo post »