PaginaZero

RIVISTA DI CULTURE DI FRONTIERA

“Lasciami così” di Giovanni Fierro

Posted by Mauro Daltin su marzo 20, 2007

fierro.JPG

Recensione di Mauro Daltin
Lasciami così di Giovanni Fierro, Edizioni Sottomondo

Che cosa fa di una poesia una bella poesia? Di un libro di poesie, un bel libro? Credo sia difficile rispondere a domande di questo tipo, e credo che ogni giudizio debba partire dal testo, dai versi, dalle parole e che non ci siano delle regole oggettive e valide per tutti. Sono convinto che le coppie di sostantivi semplicità/profondità, parola/immagine, realtà/sogno, rabbia/rassegnazione siano la base caratterizzante di questa raccolta di poesie. Che è un bel libro, come non se ne trovano molti. Giovanni Fierro ha scritto poesie importanti, poesie che rimangono dopo aver chiuso le pagine, che si stringono al lettore come in un abbraccio, che lo invitano a una rilettura, a soffermarsi su alcuni versi, su singoli aggettivi e su alcune immagini.
Mario Benedetti, nella quarta di copertina, scrive che “le poesie di Fierro possiedono una gravità che attira, si fissano sulla pagina con fermezza, con una forza morale di raro spessore”. Il poeta scrive di sé, della propria infanzia, del presente, della ex-Jugoslavia nelle quattro sezioni in cui è suddivisa la raccolta. Scrive di sé (Ho un corpo/pelle ossa muscoli nervi sangue/ che un giorno mi abbandonerà/ sarà nel momento dell’errore/ di direzione, al bivio/ fra rabbia e stanchezza) con lucidità e rassegnazione, non facendo sconti, sapendo che un giorno ci sarà la lotta e il giorno dopo il riposo.
Fierro è immerso nella sua terra, fatta di Isonzo, Carso, San Michele, Caporetto, Gorizia, di natura, di rondini (ritornano in molte liriche), di vento, di acqua e lui, il poeta, non solo osserva, non solo descrive, ma sembra un tutt’uno, avvolto anch’esso nel mondo che lo circonda. Ci sono poesie autobiografiche, ma mai autoreferenziali, come se ci fosse uno specchio fra sé e chi scrive. La sezione dedicata alla ex-Jugoslavia si forma a cavallo fra inadeguatezza e voglia di raccontare, fra l’impossibilità di capire e la descrizione del dolore fatto di silenzio, fiori di plastica, umidità (“Scopro che ho l’inadeguatezza di chi arriva tardi/e vuole trovare le parole giuste/quando non servono più”). E’ una raccolta onesta, come lo stesso Fierro (libraio, nato a Gorizia nel 1968, punto di riferimento della cultura e letteratura goriziana) appare onesto con se stesso, con quello che lo circonda, lo abbraccia e lo soffoca. Una raccolta significativa, tesa, vivida, a volte dolce ma mai morbida e accondiscendente.

Una Risposta to ““Lasciami così” di Giovanni Fierro”

  1. […] una chiusura Archiviato in: Uncategorized — editoinproprio @ 10:36 am Giovanni mi invia per mail l’annuncio, chiude la libreria Equilibri di Gorizia, piccolo spazio per […]

Lascia un commento