(a cura di paolo galvagni)
La morte di Miša Beautiful
Alcuni amici moscoviti, recentemente di passaggio a New York, mi hanno riferito una notizia scioccante: in prigione è stato ucciso Miša Beautiful. La storia della sua breve vita – proprio nello spirito di Jean Genet, di Williams Burroughs, Fassbinder o di Gus Van Sant (1) – potrebbe diventare un buon materiale per un libro o un film. Il suo nome non appariva nelle cronache mondane. D’altronde, nessuno sapeva il suo vero nome né l’età. Dicevano che al momento della morte avesse 19 anni. La sua morte non è stata annunciata nei necrologi ed è improbabile che qualcuno ne parli, oltre a me.
Senza Beautiful non si sarebbe svolta nessuna festa, legata alla droga o al rave. Lo conoscevano quasi tutti. Era una delle esotiche creature della notte, uno dei ragazzi – ragazze, su cui tutto ciò si regge in qualunque capitale del mondo. Qui, a New York, li chiamano club kids o party kids – bambini della festa.
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